Dio nella quotidianità
di Daniele Conti
Un'agenda speciale per riservare a Dio un appuntamento tra gli impegni concreti di ogni giorno.
La vita dei ragazzi è molto dinamica, e spesso molto organizzata. Per questo sarebbe bene che il catechismo diventasse quel momento in cui tirare un po' il fiato, in cui potersi fermare per riposare non solo il corpo, ma anche lo spirito. I ragazzi non dovrebbero percepire il catechismo come "un peso", ma piuttosto come un'opportunità di incontro con se stessi e con gli altri. Per questo è importante che i ragazzi si sentano a loro agio, che percepiscano di essere accolti, anche a costo di sacrificare il programma stabilito, se necessario. Il catechismo non è infatti una scuola, ma un'opportunità di incontro con Dio, e Dio per parlarci parte sempre dalla nostra vita, dal punto in cui ci troviamo, insomma... dalla nostra quotidianità!
Che cosa si fa
Vi proponiamo allora un'attività che aiuti i ragazzi a riflettere su quanto sia importante riscoprire ogni giorno la presenza di Dio nella propria quotidianità.
Consegnate ad ogni ragazzo dei fogli: su ognuno di questi avrete riportato un contesto che lui sperimenta quotidianamente: SCUOLA, SPORT, STUDIO, FAMIGLIA, AMICI.
Per ogni categoria i ragazzi dovranno rispondere alla seguente domanda:
In che modo Dio si fa presente/si fa sentire in questa situazione della mia vita?
Si tratta di una domanda personale, perciò ricordate ai ragazzi che ognuno deve rispondere in modo individuale, senza preoccuparsi delle risposte altrui. La domanda dovrà essere per loro uno stimolo a prendere coscienza del fatto che Dio non è presente nella nostra vita a momenti alterni, ma c'è in ogni momento della nostra giornata. Sono infatti molti i modi in cui Dio si fa presente nella nostra vita. Lo possiamo vedere per esempio:
- in un gesto di tenerezza o di comprensione
- in una parola che ci ha colpito e ci ha fatto riflettere
- in un insegnamento ricevuto
- in un rimprovero
- in un gioco in cui ci siamo divertiti
- in una nuova amicizia incontrata
- in un gesto di lealtà ricevuto o fatto durante una partita a pallone
- in un aiuto donato o ricevuto a/da qualcuno
- in un bel voto che mi ha dato fiducia
- in un brutto voto che mi stimola ad impegnarmi di più
Leggete quindi con i ragazzi il brano di Vangelo tratto da Mt 28, 1-8. 16-20 e commentatelo collegando il suo messaggio all'attività che hanno appena svolto i ragazzi.
Le donne arrivano al sepolcro cercando un morto e invece si ritrovano una notizia che mai si sarebbero aspettate: Gesù è risorto e aspetta loro e i discepoli in Galilea.
Già, proprio la Galilea. Ma perché proprio in Galilea? Perché era il luogo dove viveva Gesù, cioè è il luogo della sua quotidianità. Gesù risorto non sta quindi in cielo, in una chiesa o in un posto lontano da noi, ma cammina con noi tutti i giorni.
Ma la cosa più sconvolgente è questa: «fate che tutti diventino miei discepoli». Che cosa significa questo? Significa che Gesù vuole che quegli stessi gesti di tenerezza che abbiamo ricevuto da Lui, vengano portati anche agli altri (fare gesti di lealtà nelle partite, dare un aiuto in casa, donare la propria amicizia a nuove persone, essere seri nello studio...)
Conclusione
Invitate i ragazzi a mettere sul diario personale o su un' agenda uno dei fogli contenente una delle diverse categorie. Sarà un promemoria per quella settimana, un segno che ricorderà a ciascuno l'impegno di continuare a cercare Dio in quel particolare ambito della propria vita.
Suggerimenti
Potete utilizzare quest'attività anche per un momento di preghiera. In questo caso quindi, a turno, fate portare ad ogni ragazzo una candela accesa e il foglio con una delle categorie davanti ad un'icona, posta in un angolo preparato per la preghiera. Anche in questo caso il foglio sarà un segno concreto con cui ogni ragazzo si assume di fronte a Dio l'impegno a continuare a cercarlo in quel particolare ambito della propria vita.
Se possibile, accompagnate il momento con una musica di sottofondo.