“L’ORATORIO": LUCI E OMBRE

Scritto da Redazione.

lettera comunitSono un animatore di 16 anni e nella mia classe solo io frequento l’oratorio. Al sentire la parola “oratorio”, molti dei miei compagni si tappano le orecchie, ma qualcuno sembra abbia solo poco interesse. Mi piacerebbe stessero almeno ad ascoltare. Come faccio a far vedere quanto sia bello andarci?

 

 

 

Risposta de Lo Spiazzo

 

Caro animatore, come ti capiamo!

L’oratorio troppo spesso è valutato più per i suoi muri pieni di crepe, che per chi riempie lo spazio tra un muro e l’altro!

L’oratorio è un bel posto per crescere, ma può anche trasformarsi in un peso scomodo, quando capita di avere dei compagni come i tuoi!

Prima di anche solo pronunciare la parola "oratorio", però, devi pensare a due aspetti: il tempo e le scelte.

 

Sul tempo devi ricordare che ognuno ha il suo: tante volte ci comportiamo da testardi e crediamo che la strada "giusta" sia quella che si percorre nel minor tempo possibile, quella dritta, quella senza scossoni... Tendenzialmente è quella che siamo convinti di percorrere.

La verità è che non esiste ritardo e non esiste anticipo: ognuno cammina al suo passo.

Prova a pensare a quando vai in montagna: se vai troppo in fretta rischi di fermarti a metà, se vai troppo piano rischi di non arrivare in cima entro sera. Devi andare al tuo passo, anche e soprattutto quando gli altri ti superano. E questo vale anche per chi ha deciso, proprio come i tuoi compagni, di salire seguendo un altro sentiero o, addirittura, di scalare un’altra montagna.

Magari gli stessi amici che si tappano le orecchie col passare degli anni riscopriranno l'oratorio sotto una luce nuova o, forse, sarai tu a cambiare idea!

Il meglio che tu possa fare è non arrenderti e lasciare che la gioia che respiri in oratorio diventi contagiosa per chiunque incroci la tua strada.

Prova a raccontar loro le tue esperienze ed i tuoi incontri: anche se spesso troverai di fronte un muro, vedrai che dall’altra parte qualcuno si avvicinerà ad ascoltare, anche solo per il fatto che tu non ti sei arreso.

In fondo, a pensarci bene, le porte si fanno là dove un tempo c’era un muro, non credi?

 

Sulle scelte devi solo imparare che le tue valgono almeno quanto quelle di chi hai di fronte.

Come quando si parla della squadra del cuore, o di un gusto di gelato, capita che non si vada d’accordo; anzi, capita che ci si trovi proprio a pensare l’opposto. Ci sarà chi ti dipingerà l'oratorio con dei colori scuri e tristi, con dei colori vecchi e freddi e forse avrà anche ragione: l'oratorio non è il campetto, ma sono le persone che lo abitano, con i loro pregi e i loro limiti. L'oratorio sei anche tu: non tentare di convincere gli altri, ma tenta di essere l'oratorio che vorresti. Le cose belle, si sa, si vivono, non si vendono!

Vedrai che la bellezza fa abbastanza rumore da stappare le orecchie!

In bocca al lupo!

 

Lo staff de Lo Spiazzo

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