Come se fossi a casa tua
L'esperienza comunitaria residenziale
Da due anni a questa parte animiamo un gruppo di universitari, seguendo durante l’anno accademico un percorso formativo basato su un tema specifico. A breve faremo la consueta riunione per impostare il nuovo anno e stavamo pensando di fare un salto di qualità: vorremmo provare ad organizzare dei momenti comunitari che diano un valore aggiunto al percorso tradizionale del gruppo. Avete suggerimenti da darci?
Alfredo
Risponde lo staff de Lo Spiazzo.
Circa due mesi prima di ricevere questa mail di Alfredo, ci giunse una richiesta di animazione di una serata inserita all’interno di una settimana comunitaria organizzata a Torino, zona Mirafiori Sud, proprio per giovani laureandi e lavoratori di due parrocchie del quartiere. L’occasione ci era servita per conoscere nel dettaglio l’esperienza residenziale di quel fantastico gruppo.
Ecco perché, per una risposta molto pratica e funzionale in favore di Alfredo e di tutti voi, abbiamo chiesto l’intervento diretto di Pina e di suor Antonella, alcune delle responsabili di quella attività comunitaria, che ha coinvolto per una settimana intera diversi giovani di due parrocchie limitrofe (attualmente sotto la stessa guida pastorale).
Ecco la loro esperienza e proposta:
Abbiamo vissuto una settimana comunitaria poco prima di Pasqua, su richiesta del Gruppo Giovani (universitari e studenti lavoratori). Molti avevano già fatto esperienza di settimane comunitarie in Seminario, ma mai con il proprio gruppo e mai tutti insieme. Avendo la fortuna di avere una bella struttura residenziale a disposizione (un ex monastero), nei pressi di una delle nostre parrocchie, abbiamo anche avuto la possibilità di dormire, mangiare, studiare, pregare e crescere insieme.
(È già solo entusiasmante sapere che la richiesta è arrivata direttamente dai giovani stessi che già stavano facendo il tradizionale percorso di gruppo durante l’anno! Grandi ragazzi! - ndr)
Per prima cosa, abbiamo scelto il tema principale della settimana: “L'accoglienza”.
E poi anche uno slogan: “Noi siamo gli incontri che viviamo”.
(E per noi di Elledici EduCARE, che nasciamo dalla storia e dalla professionalità di AnimaGiovane-Altresì, già sapete quant’è caro e fondativo questo specifico concetto sulle relazioni! - ndr)
Subito dopo, ci siamo concentrati sulla struttura della giornata e della settimana.
Ed è stato fatto un programma di questo tipo:
- Lodi alle ore 6,30 del mattino, tutti insieme; colazione e poi ognuno alle proprie attività quotidiane (chi al lavoro, chi all'università, chi a studiare in un’apposita sala preparata allo scopo). Soltanto una mattinata è stata vissuta tutti assieme: i giovani hanno incontrato alcuni ammalati e anziani di una struttura residenziale dell’A.S.L. presente sul territorio, concludendo con l’animazione della Messa e rallegrando tutti i ricoverati con la chitarra e la semplice presenza.
- Per chi poteva ritornare alla residenza, ogni giorno c’era il pranzo offerto dalla comunità. E poi di nuovo spazio alle quotidianità di ciascuno (studio, lavoro,…).
- Nel tardo pomeriggio veniva proposto un ritrovo per un momento comune di vario genere, fra le 18.30 e le 20.00. Ecco le attività di pre-cena organizzate: una celebrazione introduttiva il primo giorno, tutta solo per il gruppo; un incontro con una piccola comunità delle Suore di Madre Teresa di Calcutta presente nella zona; un momento di condivisione soprattutto sull'incontro con le Suore di Madre Teresa; la partecipazione, con animazione, alla Messa della comunità parrocchiale.
- Alle 20.00, cena assieme e di seguito alcune serate con varie proposte. Una sera abbiamo guardato un film sul tema dell'accoglienza in senso ampio; un’altra sera ci siamo confrontati sul tema della preghiera, legata al concetto di accoglienza; una terza serata è stata animata, attraverso dinamiche e giochi, musica e video, da un esperto esterno che ci ha fatto divertire ma anche riflettere sul tema del “saper accogliere”; poi un’altra sera dedicata ad un tempo di “Deserto e Adorazione” e l'ultima serata è stata dedicata ad una conclusione di riflessione comune sulla settimana appena vissuta.
(Programmazione con orari intensi ma fruttuosi. E soprattutto che testimoniano una progettazione preventiva assolutamente ben ragionata e dagli obiettivi molto chiari, espliciti! - ndr)
Il tutto è stato preparato da un’équipe, una vera e propria Comunità Educante, formata dal parroco, da una suora, dalle coordinatrici professionali, da un’animatrice e da un adulto che si è reso disponibile. Oltre a tutto il lavoro corollario di tanti volontari (specialmente in cucina!)…
Ciò che i ragazzi hanno apprezzato di più è stata la condivisione, fatta non solo di meri scambi o di momenti comuni, ma di profonda vicinanza durante le ore di quotidianità. E poi c’è stata anche una condivisione del gruppo intero con le altre persone esterne all’esperienza, soprattutto gli altri adulti della comunità che si sono resi presenti in diversi modi e in vari momenti della settimana.
Come vi dicevamo, abbiamo conosciuto gli organizzatori e i giovani di queste due parrocchie; abbiamo anche visto in prima persona il clima che si era creato e riteniamo che sia una delle infinite modalità possibili da tenere come spunto per organizzare una valida “settimana comunitaria” o un’altra qualsiasi esperienza residenziale formativa.
Non limitate la vostra fantasia e immaginazione! Partendo da questa proposta, siamo certi che ne saprete sviluppare di nuove, di diverse, anche di più adatte alla vostra specifica realtà!
Intanto grazie a Pina, a suor Antonella e agli amici di Santi Apostoli e San Barnaba!!