Che faccia ho?

Scritto da Redazione.

comunità

di Teresa Zilio

Un lavoro creativo per prendere consapevolezza dei vari volti con cui ci presentiamo più spesso durante la giornata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Che cos’è?

Si tratta di un’attività pensata per i ragazzi delle medie e delle superiori al fine di far loro conoscere meglio se stessi attraverso una riflessione sui volti che hanno a seconda dei contesti in cui si trovano.

 

Perché lo facciamo?

Spesso, durante il giorno, ognuno di noi cambia volto a seconda delle situazioni in cui si trova e delle persone che lo circondano. Nell’arco della giornata un ragazzo può cambiare volto più volte: a scuola in presenza dei professori, a pranzo con i genitori, quando studia, quando esce con gli amici o quando va ad allenarsi. Il più delle volte ciò accade involontariamente perché lo richiede il contesto (più o meno formale, più o meno confidenziale, più o meno gradito) e viene naturale presentarsi con un determinato volto. Sorgono dunque spontanee due domande. Quali volti abbiamo solitamente? E soprattutto quale tra questi volti ci contraddistingue di più?  

Riflettere sui propri volti e sul motivo per cui si cambiano durante la giornata può portare i ragazzi ad acquisire maggiore consapevolezza di sé e, perché no, a conoscersi meglio.

 

Che cosa si fa?

 

Materiale:

  • cartoncini bianchi
  • forbici
  • colori
  • elastici
  • pinzatrice

 

Nella prima parte del lavoro ogni ragazzo dovrà pensare alle sue giornate e scegliere una serie di volti che assume più spesso. A questo punto i ragazzi dovranno ritagliare dei cartoncini a forma di ovali, grandi come la loro faccia (il numero degli ovali dipende da quante facce hanno individuato nella prima parte del lavoro). I ragazzi, quindi, dovranno rappresentare sui cartoncini i volti che li caratterizzano giocando con i colori, le espressioni, le acconciature, gli accessori.

A lavoro compiuto ogni ragazzo presenterà al gruppo le proprie facce di cartone e spiegherà agli altri in quali contesti le indossa e il perché. Infine dovrà dire quale crede che sia il volto che più lo contraddistingue.

 

Spunti per il conduttore

Per rendere l’attività più coinvolgente si può creare una sorta di “tavola rotonda” in cui i ragazzi, coordinati da un educatore, riflettano insieme sui loro volti e si confrontino all’interno del gruppo. Se avanza tempo si possono realizzare delle scenette in cui i ragazzi andranno in scena con i volti che hanno costruito, indossandoli come se fossero delle maschere.

 

Teresa Zilio

 

 

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