Strarte-L’arte fa gli straordinari e lo straordinario in strada
di Cristian Casula
Si può fare Arte in Strada? E si può farla in modo educativo?
Si può fare Arte in Strada? E si può farla in modo educativo? La risposta non può che essere positiva, così tanto che è anche la premessa di un nuovo (e ulteriore) progetto del gruppo Altresì-Animagiovane.
Quella che portiamo avanti è una sfida educativa, che passa attraverso il canale del tempo libero e del divertimento, rafforzata da realtà territoriali dove si registra un’importante presenza di giovani, di scuole e di centri di aggregazione.
L’attenta osservazione e il contatto diretto con i ragazzi, specialmente durante il periodo estivo, ci ha permesso di raccogliere elementi utili per la formulazione di questa nuova progettualità, la quale fonda tutta la sua intenzionalità formativa e ricreativa nell’incontro tra le passioni artistiche giovanili, nei luoghi formali e informali di aggregazione giovanile e nella gestione del tempo libero e ricreativo.
L'arte nelle sue diverse forme e, soprattutto, il mondo delle immagini, catturano l’attenzione dei ragazzi che sempre più crescono e si educano al linguaggio visivo, dove la comunicazione verbale diviene un rafforzativo di ciò che le immagini hanno già comunicato. Basta pensare all’uso sempre più frequente dei social network, capaci di dar voce contemporaneamente a miliardi di giovani, senza però utilizzare la parola detta-pronunciata. Tutto si trasmette attraverso: caratteri digitati, foto taggate, fotogrammi istantanei e videoclip fai-da-te, che girano il mondo.
Questa nuova e sempre più dirompente modalità comunicativa, non costituisce in sé una problematica relazionale della popolazione giovanile. Anzi, una svalutazione da parte della comunità educante, di questo nuovo modo di relazionarsi, favorisce e stimola una nuova generazione incapace di scoprire il piacere e il senso dell’incontro autentico con l’altro.
Non ci stiamo riferendo al potere dell’arte: l’immagine comunica e smuove emozioni di per sé. Eppure essere artista chiede formazione. E c’è un essere artista anche nel vedere e nel fruire d'arte, non solo nel crearla. Ma ora con le nuove tecnologie e le nuove forme di comunicazione, questo “senso artistico” va ancora più educato, incoraggiato, sostenuto.
StrArte vuole essere un percorso e un’occasione d’incontro con tutti quei giovani che affascinati, appassionati e catturati dal mondo delle immagini, cercano di scoprire o comunicare qualcosa con un clip. L’intento è quello di stimolarli a porsi delle domande, a diventare più curiosi e, quindi, più critici verso ciò che ogni secondo ci viene proposto attraverso un video, uno spot o un clip.
Cosa voglio comunicare? A chi mi sto rivolgendo?
Queste sono le prime due domande alle quali cerca di rispondere un artista o un organizzatore di eventi, quando sta per iniziare la suo opera. Questa la proposta di formazione artistica rivolta ai ragazzi che incontreranno StrArte.
L’arte libera e dà voce a quella parte di noi che spesso con le sole parole non riusciremmo a comunicare. Attraverso l’immagine lasciamo il segno, riuscendo a stare dietro le quinte. Proprio per questo, dietro alcune passioni e talenti artistici, talvolta si nascondono delle storie di solitudine e di sofferenza, che appunto nell’opera artistica trovano uno sfogo positivo. Altre volte il talento artistico viene censurato, perché reputato qualcosa di poco utile nella quotidianità degli adulti: “Non puoi vivere di arte!”.
Altre volte ancora si scoprono delle capacità artistiche che non si sapeva neanche di possedere, solo in pochi casi l’arte trova la strada semplice e in discesa, ma anche in questi si fanno i conti con la difficoltà di essere capiti e apprezzati per quello che si vuole comunicare.
Ecco la strada: mettere insieme tutte queste storie, proponendo degli incontri per “giovani aspiranti artisti dell’immagine”. Il tutto fatto attraverso diversi momenti e luoghi del territorio, collaborando in stretta sinergia con quanto già esiste: centri di aggregazione, scuole, strade, progetti e iniziative per giovani, associazioni giovanili…
Tutta la proposta è basata sul binomio positivo: relazione e creatività, che da sempre caratterizza la nostra modalità d’intervento a favore dei ragazzi e della comunità in generale.
Questo significa che chi vuole educare in questi contesti deve imparare il linguaggio del ri-creativo. Un linguaggio che non significa assolutamente perdita di responsabilità!
L’attività ricreativa è un’attività che fa star bene in modo divertente; è lo sport senza agonismo sfrenato perché ci si sfida prima con se stessi; è il gioco senza preoccupazione per lo sconfitto perché partecipare in un certo modo è già vincere; è il laboratorio senza esame finale ma nella responsabilità della “messa in scena”; è la compagnia senza chiusure e senza umiliazioni, perché unisce la vera sim-patia, cioè una stessa passione che unisce.
E poi ricreativo indica una nuova creazione, un nuovo cambiamento che è quello che fa un vero artista che creando un’opera ricrea un nuovo senso in lui e negli altri che vivranno la sua opera.
Educare nel ricreativo, richiede belle attività e persone competenti che sappiano stare al fianco dei ragazzi. Soprattutto richiede la capacità del “saper stare” prima di qualsiasi arte performativa. Per questo in strada l’arte ha nuova vita, ha un nuovo senso. Perché chiede nuovi sensi e nuova vita nei suoi promotori, prima che negli artisti. Perché gli artisti tra i giovani ci sono. Mancano adulti che vadano a incontrarli.