L'EMOZIONE NON HA VOCE
di Daniele Conti
Spesso crediamo che l’emozione e i sogni siano una questione privata che facciamo fatica ad esprimere perché non ci osiamo o, forse, proprio perché sono intime ci sentiamo troppo esposti.
In realtà, però, l’emozione è un impulso interiore bello e coinvolgente: in una parola… potente! Il problema, dunque, non sta nell’emozione in sé, ma nella nostra capacità di trasmetterla nel modo più giusto e meno imbarazzante, che è il modo che più ci avvicina alla naturalezza e spontaneità del nostro essere semplicemente noi stessi!
L’attività non si propone di rappresentare un oggetto particolare, ma qualcosa che rappresenti la propria emozione del momento. Il risultato sarà, quindi, una vasta creazione di oggetti emotivi.
Che cosa si fa?
Proponete al gruppo di lavoro, e ad ogni suo componente, un materiale minimo di lavoro (cartoncini colorati, forbici, colla, pennarelli, fogli bianchi…). Per stimolare le emozioni si possono usare tre strumenti: l’immagine, i colori e la musica ma, se avete poco tempo a disposizione, potete utilizzate anche uno solo.Qui di seguito vi verranno descritti.
L’immagine.
Scegliete e stampate una serie di immagini (possono riguardare tutti i mondi come scuola, casa, amore, affettività, fede…). A partire dall’immagine che ogni componente può scegliere o che distribuisce direttamente il conduttore del gruppo di lavoro, ognuno è chiamato a rappresentare e, quindi, a costruire con il materiale che ha di fronte, l’emozione che quell’immagine ha provocato al diretto interessato. Per esempio: l’immagine di una corsa di cavalli mi suscita l’emozione della “fretta” oppure dell’ansia da prestazione, della competitività. L’oggetto che si sceglie di costruire si deve avvicinare il più possibile all’idea dell’emozione. In questo caso, posso sceglie di costruire un’automobile (per analogia emotiva della velocità) oppure disegnare un lago (per contrasto emotivo della velocità, in quanto il lago può essere simbolo della “calma”).
Alla fine ognuno cerca di spiegare i motivi ed i passaggi mentali che ha svolto per arrivare da un’immagine ad un oggetto completamente diverso.
Poi il confronto si può approfondire con domande come: perché quell’immagine ti ha suscitato quella particolare emozione? Come mai una stessa immagine può suscitare emozioni diverse?
I colori.
Lo stesso esperimento può essere svolto ugualmente con i colori. Assegnate ad ognuno un colore (un cartoncino rosso, uno blu, uno bianco, uno verde, viola, azzurro…). Come per l’immagine, ognuno cerca di rappresentare o costruire un oggetto che indichi o evochi l’emozione provata. Nella condivisione, gli altri possono cercare di indovinare l’emozione provata dal soggetto. Pensate che lo stesso pittore romantico Turner utilizzava i colori per suscitare delle emozioni particolari (il giallo per suscitare gioia e apertura, il blu per suscitare il rilassamento e la meditazione).
La musica.
Come per l’immagine, scegliere una canzone da far ascoltare al gruppo. La musica accende tante idee insieme e, alle volte, sono vere e proprie scene visive come fossero film mentali. Ognuno quindi dovrà rappresentare la “scena emotiva” che “ha visto” nella sua mente. Se non si è tanto bravi con l’arte, si può anche semplicemente disegnare la scena, visto che di scena si tratta. La riflessione si svolgerà allo stesso modo delle precedenti versioni.
Variante teatrale
Con gli stessi strumenti (immagine, colore e musica) si può svolgere l’attività nella variante teatrale. Non ci sono quindi oggetti da costruire, ma vere e proprie scene da rappresentare. La scena è fatta in gruppo (o in gruppi più piccoli se dividete il gruppo).
Ogni gruppo deve rappresentare l’idea che l’immagine, il colore o la musica stimola nel gruppo. Gli altri gruppi devono capire di quale emozione si tratta.
Vuoi approfondire il discorso sull’emozione?
Guarda il video “1234”.
Buona emozione a tutti!
Ah, non emozionatevi troppo…
Daniele Conti