METTIAMOCI IN SCENA!
di Giulia Madau
Ogni corso di teatro è finalizzato alla messinscena di uno spettacolo, ma prima di poter lavorare a un copione è necessario un gruppo affiatato, fra i cui componenti vigano fiducia e conoscenza reciproca. Di solito, perché questo avvenga, è necessario un po’ di tempo...ma, per fortuna, è possibile velocizzare il processo!
Il teatro, infatti, già di per sé sprona chiunque, dal ragazzo più esagitato al bambino più timido, a mostrare una parte di sé. Con la giusta guida permette a tutti di mettersi in gioco e farsi conoscere.
Oggi vi proponiamo un gioco rivolto a scuole elementari e medie, per sciogliere l’emozione del primo giorno e vincere l’imbarazzo di trovarsi in un gruppo di persone sconosciute, affinché si crei un gruppo affiatato per poter essere poi pronti a iniziare a lavorare allo spettacolo vero e proprio.
Come si fa?
In una prima fase, il gioco si svolgerà totalmente seduti a terra, disposti in cerchio: l’obiettivo è creare una relazione paritaria ed evitare il disagio dei partecipanti, che possono non sentirsi sicuri nello stare in piedi di fronte ai loro compagni che, per il momento, sono ancora sconosciuti.
Per rompere il ghiaccio ognuno a turno dirà il proprio nome, accompagnato da una breve presentazione: sarà necessario spiegare loro che ciascuno è libero di presentarsi come meglio crede, utilizzando qualsiasi argomento, dalla scuola di appartenenza, al libro preferito, a cosa si è fatto il giorno prima.
Consigliamo, in questa prima fase, di fare attenzione al comportamento dei bambini nel momento in cui fanno la loro presentazione: si potrà intuire se sono particolarmente timidi o in imbarazzo e, in quel caso, bisognerà evitare di forzarli eccessivamente, per evitare approcci che possono rivelarsi traumatici o motivo di “blocco”.
Dopodiché, sempre mantenendo la disposizione ijn cerchio, ci si alza in piedi: uno per volta ciascun partecipante dirà il proprio nome. Si procederà sempre più velocemente, fino allo stop del responsabile.
Sempre rimanendo in cerchio, si passa alla fase successiva, che consiste nel far dire ai bambini il proprio nome con un’intonazione particolare, in piena libertà, accompagnandolo con un movimento o un gesto istintivo: si può dire il proprio nome cantando, ridendo, saltando, usando delle voci particolari, muovendo tutto il corpo, o solo una mano, o un piede.
In questa fase, il responsabile del gruppo in un primo momento può partecipare al gioco, per dare l’esempio ai partecipanti. Quando il gioco avrà preso piede, l’insegnante farà un passo indietro per osservare il tutto dall’esterno.
È necessario ripetere l’esercizio più volte, affinché i bambini memorizzino i movimenti dei compagni.
In una fase successiva del gioco, i bambini dovranno chiamare un loro compagno, cercando di imitare il più possibile l’intonazione e il gesto che faceva. Ovviamente non è consentito chiamare lo stesso compagno più di una volta. Chi è stato chiamato dovrà chiamare a sua volta un altro compagno. Anche in questa fase, l’insegnante può, in un primo momento, partecipare al gioco e poi ritirarsi.
Se si vuole continuare e passare a un livello di difficoltà superiore, si può sciogliere il cerchio. Si sale sul palcoscenico e ci si muove nello spazio. Liberamente, un bambino per volta dovrà andare in proscenio, dire il suo nome e chiamare (con le stesse modalità del cerchio, quindi intonazione e movimento) un compagno, poi ricominciare a muoversi nello spazio. I suoi compagni, nel frattempo, continueranno a muoversi, seguendo diversi percorsi nella velocità che preferiscono. Il bambino che è stato chiamato ripeterà il suo nome accompagnato dal gesto e poi chiamerà a sua volta un suo compagno.
In questo modo i partecipanti, oltre a imparare a muoversi nello spazio, proveranno per la prima volta ad esibirsi su un palcoscenico e a ripetere una “battuta” (in questo caso il suo nome e quello dei suoi compagni) accompagnata da un movimento di fronte a un pubblico, in questo caso il responsabile del corso o del laboratorio di teatro.
Il gioco proposto serve, come abbiamo già detto, per prima cosa a conoscere i propri compagni: dare informazioni su di sé serve a creare argomenti di conversazione, a scoprire elementi in comune; in secondo luogo, dire il proprio nome con una voce particolare, accompagnandolo con un movimento, permetterà ai ragazzi di cimentarsi in una primissima esperienza teatrale: unire parola e voce, legandole al movimento. Inoltre sarà la prima occasione di mostrare una parte di sé di fronte al pubblico, la prima volta in cui ci si mette in gioco e si dà libero spazio alla creatività del proprio corpo.
Consiglio per l’animatore
Osservare il modo in cui un bambino si comporta nel momento in cui dice il suo nome legandolo a un gesto, può essere un utile mezzo per carpire qualcosa dei ragazzi con cui si avrà presto a che fare.
E ora... TUTTI IN SCENA!
Giulia Madau